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Tumori del testicolo

QUALI SONO?

Si classificano in:

  • seminomatosi
  • tumori non seminomatosi, tra cui:
    • teratoma differenziato;
    • teratoma maligno intermedio - MTI (teratocarcinoma);
    • teratoma maligno indifferenziato - MTU (carcinoma embrionale);
    • teratoma maligno trofoblastico - MTT (coriocarcinoma);
    • tumore misto:  tumore maligno costituito da un insieme di seminoma e teratoma.


COME SI RICONOSCONO?

Da:

  • iniziale e rapido rigonfiamento compatto o duro del testicolo, il quale successivamente s’ingrossa e diviene relativamente pesante;
  • perdita della normale sensibilità del testicolo quando lo si schiaccia leggermente;
  • compattezza anomala del corpo del testicolo;
  • dolore (circa il 10% dei maschi con tumore): spesso il nodulo è indolore, ma quando il testicolo gonfio è dolente al tatto, il tumore può essere erroneamente scambiato con una epididimite.

Tre quarti dei teratoma producono alfa-fetoproteina (AFP) e gonadotropina corionica beta umana (beta-hCG): prima di esplorare il testicolo, si calcola quindi il valore di queste proteine (AFP, BHCG, LDH) presenti nel sangue.
Talvolta, può insorgere una difficoltà se il tumore è situato nel solco fra il testicolo e l’epididimo: in questi casi l’ecografia scrotale aiuta a confermare la diagnosi.
Anche un pregresso intervento chirurgico al testicolo o al canale inguinale possono rendere più difficile l’interpretazione dei referti. Se la diagnosi non è ancora definitiva, è utile l’esplorazione chirurgica del testicolo. La diagnosi differenziale comprende:

  • epididimite;
  • torsione;
  • tubercolosi;
  • orchite gommosa;
  • granulomatosa.

Le metodiche di imaging non invasive sono, invece, il migliore strumento per classificare lo stadio del tumore. La tomografia computerizzata (TAC) permette una valutazione precisa delle dimensioni e del limite superiore delle masse dei linfonodi para-aortici e riesce a individuare metastasi polmonari e mediastiniche non visibili con radiografia convenzionale. La distribuzione e il volume delle metastasi è molto importante per pianificare le strategie terapeutiche.


CHI SI AMMALA?

Le probabilità di ammalarsi aumentano negli uomini generalmente con testicoli ritenuti (criptorchidismo) e nelle persone con testicoli atrofici in seguito ad orchidopessia, torsione o trauma (maschi esposti a ormoni esogeni in fase prenatale). Il rischio di tumore testicolare appare estremamente aumentato nei maschi di eta’ inferiore ai 30 anni.

Inoltre, circa il 10% dei tumori del testicolo è dovuto a testicoli fuori dalla loro sede naturale (ectopici). Il rischio è sei volte maggiore in testicoli rimasti in sede intra-addominale rispetto a quelli più in basso della sede naturale. Quando un testicolo non è ben posizionato nello scroto, il 20% delle neoplasie è localizzato nel testicolo controlaterale in posizione normale.
Il rischio di sviluppare un tumore controlaterale è maggiore anche in chi ha già avuto un tumore del testicolo: per questo, a pazienti già operati, viene consigliato di effettuare esami periodici al testicolo superstite.

COME SI CURANO?

Grazie ai recenti sviluppi terapeutici, la mortalità dovuta a questa malattia è risultata ridotta.
Con i risultati dell’esame istopatologico del testicolo asportato è possibile classificare il tumore e predisporre quindi il trattamento medico più idoneo. In generale la guarigione dipende dalla diagnosi precoce, dal tempestivo trattamento della lesione primaria, dalla rigorosa classificazione del tumore e dalla giusta impostazione del trattamento iniziale.
L’approccio chirurgico consigliato consiste in un’incisione inguinale per rimuovere il testicolo e il funicolo spermatico (esplorazione chirurgica e orchi-funiculectomia).

Esistono comunque terapie differenti a seconda del tipo di tumore e dello stadio d’avanzamento:

  • seminoma: elevate percentuali di successo con radioterapia; associazione con chemioterapia in fase avanzata;
  • tumori non seminomatosi: hanno prognosi piu’ incerta e, dopo intervento di orchiectomia e dopo accurata valutazione clinica (redosing dei markers, esame istologico, staging) puo’ essere utile avviare il paziente a uno e piu’ cicli di chemioterapia secondo i protocolli comunemente adottati nel mondo.

È indispensabile effettuare un regolare controllo clinico per poter tempestivamente individuare recidive e trattare eventuali esiti della chemioterapia.
Dopo l’asportazione del testicolo, i marker tumorali devono essere dosati regolarmente ogni due settimane, fino a quando non risultano nella norma, e poi ad ogni visita di controllo.
Nel caso si  opti per la chirurgia delle metastasi dei linfocentri primari i più rilevanti effetti   sono:

  • perdita dell’eiaculazione, in seguito a linfoadenectomia para-aortica: è causata dalla recisione dei nervi simpatici che si trovano accanto ai grossi vasi o alla rimozione del plesso ipogastrico immediatamente al di sotto della biforcazione dell’aorta. Da circa 10 anni in casi selezionati si adotta una  tecnica chirurgica che lascia intatti i nervi (nerve sparing), si può ottiene una significativa riduzione della disfunzione eiaculatoria;

  • infertilità: non è sempre chiaro se l’infertilità sia antecedente allo sviluppo del tumore, imputabile al tumore stesso o al trattamento adottato.l’infertilita’ puo’ esitare anche dopo chemioterapia. E’ utile, in questi casi, eseguire pre-chemio lo sperm-banking.